domenica 23 novembre 2014

Comunicato di Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto sul processo Eternit

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Lorena Tacco i comunicati di medicina Democratica e Ass. it. Esposti Amianto (AIEA) in merito alla sentenza di cassazione sul processo Eternit.





Riceviamo inoltre una bellissima lettera che ha letto Silvana Zambonini al Convegno Ban Asbestos tenutosi a Roma il giorno dopo vergognosa sentenza Eternit, che non ha tenuto conto delle migliaia di esseri umani che si sono ammalati e deceduti che si ammaleranno e moriranno per aver respirato le  fibre di amianto emesse nell’aria dalla famigerata fabbrica Eternit.

C’era una volta il Diritto,
figlio della Giustizia, la dea bendata che non voleva guardare chi aveva dinnanzi perché  per lei dovevano essere tutti uguali .
Questo figlio  nel corso della sua lunga vita era  stato descritto  da Hammurabi  nel 18° secolo a. C.  come un giusto capace di infliggere  una pena uguale al danno inflitto.
Pena   che  durante l’Esodo nel 1200 -1400 a.C. venne da Mosè resa legge  “Se segue una disgrazia allora pagherai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido” . Allo stesso modo i romani si avvalsero della “lex talionis”  vestendo il Diritto con nuovi abiti sontuosi   che piacquero ai germani scesi  dalle terre del Nord tanto che anch’essi vollero emanare un Edictum Theodorici.
Poi del Diritto si persero le tracce durante i secoli bui  del Medioevo, dell’Inquisizione, fino a quando “dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno” non scoccò quel  fulmine  capace di rischiarare ancora una volta l’importanza dell’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge .  Il Code Napoleon del 1807  sfolgorante veste civile, venne rivisitato in Savoia da Carlo Alberto che nel 1836 aggiunse un primo ornamento civile e nel  1839 un altro orpello penale.
Il Diritto era di nuovo visibile e lo fu ancor di più nel  1930 quando si ammantò del “Codice Rocco” che  aveva lo scopo di  precisare la  sanzione punitiva per chi commetteva un reato  infliggendo non più l’Oculum pro oculo,; dentem pro dente”  ma  una pena che avrebbe impedito  al reo di delinquere in futuro.
Oggi il Diritto sta per essere definitivamente   denudato della  pena.
Una interpretazione artificiosa   della “Prescrizione”  su un reato che produrrà in  futuro altre migliaia di morti di  amianto  non può che favorire l’uso indiscriminato  di reati  contro la persona. 
Se la pena non è più necessaria  potremo dire che anche il Diritto sta morendo di mesotelioma pleurico.

Silvana Zambonini
19  novembre 2014 – Sentenza Eternit


A presto Cara Terra Mia 

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