sabato 31 gennaio 2015

Il Presidente della Repubblica: Sergio Mattarella





"Mattarella?
Non so, non mi sono mai interessato"

Antonio Razzi




Sergio Mattarella, nato a Palermo il 23 luglio 1941, eletto Presidente della Repubblica è stato deputato dal 1983 al 2008, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano e la Margherita, e più volte ministro. Dal 2011 giudice costituzionale di nomina parlamentare.


I precedenti Presidenti:

1) ENRICO DE NICOLA: capo provvisorio dello Stato dal il 28 giugno 1946 con 396 voti su 501 (rinunciò allo stipendio da presidente);
2) LUIGI EINAUDI: liberale, eletto l'11 maggio 1948 con 518 voti su 871;
3) GIOVANNI GRONCHI: democristiano, eletto il 28 aprile 1945 con 658 voti su 833 votanti;
4) ANTONIO SEGNI: democristiano, eletto il 6 maggio 1962 con 443 voti su 842 votanti;
 5) GIUSEPPE SARAGAT: socialdemocratico, il 28 dicembre 1964 con 646 voti su 927 votanti;
6) GIOVANNI LEONE: democristiano, eletto il 24 dicembre 1971 con 518 voti su 996 votanti;
7) SANDRO PERTINI: socialista, eletto l'8 luglio 1978 con 832 voti su 995 votanti, (record di preferenze ancora imbattuto);
8) FRANCESCO COSSIGA: democristiano, eletto il 24 giugno 1985 con 752 voti su 979 votanti;
9) OSCAR LUIGI SCALFARO: democristiano, eletto il 25 maggio 1992 con 672 voti su 1002 votanti;
10) CARLO AZEGLIO CIAMPI: eletto il 13 maggio 1999, con 707 voti su 990 votanti;
11) GIORGIO NAPOLITANO: eletto il 10 maggio 2006 con 543 voti su 990 votanti;
12) GIORGIO NAPOLITANO BIS: rieletto il 20 aprile 2013 con 738 voti su 997 votanti.




A presto Cara Terra Mia

giovedì 29 gennaio 2015

Il Consiglio comunale del 7 aprile 2014: chi ha detto, o (peggio) fatto cosa - parte 2



prima rivedere le stime
poi applicare una riduzione con il corrispettivo corretto
Il verbale di deliberazione del Consiglio Comunale n. 24 del 29 settembre 2014 ha, tra l’altro, approvato la trascrizione della seduta del 7 aprile, di cui alla deliberazione n. 17 ad oggetto: “DETERMINAZIONE DELLA PERCENTUALE DI ABBATTIMENTO DEL VALORE VENALE RELATIVO AL CALCOLO DEL CORRISPETTIVO PER LA TRASFORMAZIONE DEL DIRITTO DI SUPERFICIE IN DIRITTO DI PROPRIETÀ. CONSEGUENTE MODIFICA DELLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 50 DEL 28 GIUGNO 2011”. La contestatissima deliberazione, per le “presunte” irregolarità formali e sostanziali (un numero legale su cui ancora oggi gravano pesanti “sospetti” e un calcolo che riteniamo non corretto).

La prima parte, costituita dall’intervento iniziale del Vicesindaco Gianluca Bogani è già stata pubblicata sul blog:

il dibattito inizia con i cittadini che protestano dopo l'intervento del Vicesindaco Bogani
perchè dev'essere ovvio per la Lega Nord votare a favore di una delibera sbagliata? 

Occorre fare una precisazione. Quando si dice che è stata applicata la legge, si dice il vero. Il problema che la legge non dice come calcolare il valore venale del terreno oggetto del riscatto del diritto di superficie.
E se si considerano “NUOVE” le case 167 con qualche decina d’anni di vetustà, non ci vuole molto a capire che non si sta applicando una norma, ma si fa una precisa scelta politica per far lievitare i corrispettivi.
E se si considera il valore a metro quadrato delle abitazioni economiche e popolari della periferia padernese nella misura di 1.912 euro, non ci vuole molto a capire che si vuole offrire alcuna soluzione agevolativa, ma che si tratta di un valore nettamente fuori dal mercato immobiliare.
E se non si vuole applicare i valori espressi dalle tabelle OMI dell’Agenzia delle entrate, non ci vuole moto a capire che è una precisa scelta politica per affondare le mani nelle tasche dei cittadini.
La legge, la n. 448 del 1998, articolo 31, comma 48, andrebbe almeno letta, non è mai troppo tardi.

Le opposizioni non partecipano al voto e lasciano insieme al pubblico la sala consiliare.

Alla prossima con la votazione conclusiva. Tra i votanti anche consiglieri in conflitto di interessi?


martedì 27 gennaio 2015

Per dare un futuro alla memoria

ripubblichiamo un articolo del 2013 con le immagini concesse dalla
Associazione Ventimilaleghe

27 GENNAIO 2013 – GIORNO DELLA MEMORIA


Il Comitato Cara Terra Mia – Condomini 167 di Paderno Dugnano, in virtù degli elementi distintivi, di solidarietà, giustizia ed equità che dalla costituzione lo contraddistinguono, sostiene le iniziative del Giorno della Memoria. Invita a partecipare alle varie iniziative organizzate per celebrare la ricorrenza, ed in particolare segnala:

Manifestazione al Monumento ai Deportati del Parco Nord


Sabato 26 gennaio 2013 ore 14.30


Coloro che governano, o che pretendevano di governate la patria, davano i propri cittadini (senza nessun processo), come fossero dei delinquenti o delle cose, e non persone, in mano ai tedeschi, come qualsiasi merce da usare a loro piacere. Chissà se qualche fascista si è mai vergognato di questo?
Angelo Signorelli,da A Gusen il mio nome è diventato un numero.





 I suoni dell’orchestra  non si udivano più, c’era invece la locomotiva che stava uscendo dal Campo in una nuvola di vapore. Presto avrebbe trascinato ancora un altro convoglio, e poi un altro ancora. Un carico di mamme, di bambini, di vecchi, di padri, di nipoti sarebbe stato annientato con un gas terribile e poi i loro corpi dati alle fiamme insaziabili…
Nedo Fiano,da A 5405 Il coraggio di vivere.







Quando sono entrato a Mauthausen pesavo sessantatrè chili; quando sono arrivati gli americani, ne pesavo trentacinque e sarei probabilmente rimasto in vita ancora solo per poche ore. Ero allo stremo.

Roberto Camerani,da Il bel sogno.







 Non ho più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che tutto andasse bene e andare, come gli altri a ballare, a ballare e a divertirmi in allegria…
Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre allo stesso posto. E’ come se il “lavoro” che ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa…
Non si esce mai, per davvero, dal crematorio.
Sholomo Venezia,da Sonderkommando Auschwitz.





Eravamo partiti in 290. All’arrivo delle truppe alleate, solo 137 di noi erano ancora in vita: il 47,25 per cento. Gli altri, più della metà erano tutti morti: chi per gli stenti, chi eliminato perché diventato “inidoneo al lavoro” e quindi mandato alle camere a gas o ucciso cobn una puntura al cuore nel Sonderrevier, l’infermeria “speciale” nella quale i medici delle SS praticavano “interventi” che dovevano restare riservati.
Gianfranco Maris, da I miei giorni a Mauthausen – Per ogni pidocchio cinque bastonate.





Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere quest’offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati in fondo. Più già di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile. Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.
Primo Levi, da Se questo è un uomo.









"Ad Auschwitz il prigioniero non aveva nome, gli internati non erano contati come persone ma come pezzi. Ai prigionieri veniva tolto ogni dignità. Di quelli usciti dal campo vivi, pochissimi sono riusciti a sopravvivere, e a tornare ad essere persone degne di essere chiamate tali.
Piero Terracina.





Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.





Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Elie Wiesel dal libro "La notte"








Ad Auschwitz ci si alzava alle quattro del mattino d'estate e alle cinque d'inverno: ci contavano nella piazza d'armi, tutti in fila, e conta e conta... Poi ci davano un po' d'acqua calda, che dicevano essere caffè, e una fetta di pane, piccolissima, con un pezzetto di margarina che Dio solo sa di che cosa era fatta. 




Poi si andava a lavorare, in fila per cinque: si usciva dal portone e ci contavano di nuovo. 
Arrivati sul posto di lavoro si stava lì tutto il giorno a lavorare in condizioni disumane. 
Qualche volta ci davano una scodella di acqua di cavolo, insomma un qualche cosa che invece di buttarla via preferivano darla a noi. Alla sera c'era la zuppa.
Spesso alla sera, quando ci davano questa zuppa, questi vigliacchi suonavano la campana: dindirindin! Dirindindin! E cos'era? Bisognava lasciare la zuppa là e uscire, andare in piazza d'armi e vedere che impiccavano qualcuno. Ho visto impiccare 17 deportati, un ragazzo di 17 anni che aveva tentato la fuga. Impiccato! Di solito ne impiccavano tre alla volta. E così avanti.
Testimonianza di Raffaele Levi, da MARCO COSLOVICH RACCONTI DAL LAGER
Testimonianze dei sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi.






Si ringrazia l’Associazione Ventimilaleghe che, tra le varie attività, da oltre un decennio, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Ex Deportati (ANED) di Sesto San Giovanni, organizza viaggi nei luoghi della Memoria:

“per conoscere, confrontarsi con realtà diverse dalle proprie, alla ricerca di nuovi itinerari dell'anima, per educarsi contro la paura di ciò che non conosciamo, per ricordare, per dare un futuro alla memoria”;

per la gentile concessione delle immagini, ed invitiamo a visitare il sito:



A presto CARA TERRA MIA

lunedì 26 gennaio 2015

Manifestazione al monumento dei deportati al Parco NORD.

Legge n. 211 del 20 luglio 2000
Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.



Art. 1
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetti i perseguitati.



Art. 2

In occasione del "Giorno della memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.


La storia del Monumento nelle parole di Ettore Zilli, ex deportato nel  Konzentrationslager di Dachau:

Circa 25 anni fa con i partigiani Taccioli, Gori, Lidia Valenari (la staffetta partigiana che portò  l’ordine di insurrezioni alle fabbriche di Sesto), il dott. Giacomo Bertazzoni – tornando da un viaggio in cui avevamo accompagnato studenti nei campi - abbiamo discusso e proposto la costruzione di un monumento alla memoria dei deportati caduti nei campi di sterminio. La costruzione del monumento io l’ho proposta all’architetto Belgiojoso (partigiano, sopravvissuto ai campi di sterminio di Mauthausen e Gusen e che ha costruito la torre Velasca a Milano) che avevo conosciuto al congresso dell’ANED di Roma, con cui avevo fatto varie iniziative nelle scuole di Sesto e Milano e di cui ero diventato amico con cui ho passato molto tempo. La proposta fu accettata con entusiasmo da Belgiojoso che subito disegnò il progetto dell’opera, da realizzare con pietre portate a casa durante i nostri viaggi della cava della morte di Mauthausen. Tuttavia la realizzazione tardava: mancava il permesso e il luogo dove costruirlo.Attraverso la conoscenza personale di Maria Milanesi vedova Generali (un capoguardia della Breda morto a Gusen) che era stata governante in casa Turati, venni in possesso di un documento  del tribunale di Monza che aveva messo sotto processo molti antifascisti fra cui Filippo Turati, Sandro Pertini, la stessa Maria Milanesi insieme tanti altri. Sempre tramite Maria - che aveva mantenuto i rapporti con Pertini anche dopo che era diventato presidente della Repubblica  italiana - facemmo avere al Presidente questo documento, chiedendogli di intervenire a favore  della realizzazione del Monumento.  Cosa che Pertini fece e il monumento – questo monumento - divenne realtà.E ancora oggi siamo qui a ricordare che l’antifascismo non è un ricordo del passato, ma una  battaglia del presente e del futuro, che riguarda tutte le società che vogliono considerarsi civili.”.
















A presto Cara Terra Mia
Prossimamente tutte le foto della manifestazione su FB di Cara Terra Mia.