UNA NOTA DELL’EX SINDACO GIANFANCO MASSETTI:
“oggi non sappiamo, con ragionevole esattezza, se il fenomeno, da noi, è
in aumento o in diminuzione”
LA GIUNTA ALPARONE NON DIFFONDE I DATI DALL’ANNO 2008
In un precedente
articolo, che invitiamo a rileggere:
http://caraterramia.blogspot.it/2013/04/la-sicurezza-ha-da-veni.html
abbiamo,
tra l’altro, pubblicato un interessante raffronto dei dati relativi ai delitti a
Paderno Dugnano dal 2004 al 2007.
Il quadro che ne emerge non è certo
tranquillizzante, il totale dei delitti passa da 2.000 del 2004 a 3.092 del 2007, più 55%. In questo quadro i
furti (denunciati) in abitazione passano dai 92 del 2004 ai 135 del 2007, più
47%, e i furti in esercizi commerciali (rapine escluse) da 41 a 115, più 180%.
A fronte di una netta sensazione della cittadinanza
di minore sicurezza, soprattutto nelle proprie case, con sempre maggiori
ricorsi ad elementi di deterrenza, quali la sostituzione di serrature non
ritenute più idonee, inferriate, e novità, la comparsa anche di telecamere nei
pianerottoli condominiali, la Giunta Alparone – Bogani non si è preoccupata di
proseguire con l’opera di monitoraggio già iniziata dalla precedente
amministrazione.
Pubblichiamo quindi volentieri una nota sul tema dell’ex Sindaco Gianfranco Massetti:
La sicurezza (e la legalità) oggi.
La stampa
locale da qualche tempo sottolinea con enfasi la ripresa di alcuni fenomeni
criminosi in città. Soprattutto furti negli appartamenti e rapine in esercizi commerciali.
Questo allarme è fondato o è frutto di una emotività legata alla sola
percezione dell’insicurezza?
Non lo
sappiamo perché non conosciamo i dati reali del fenomeno.
Ci sono più
reati o meno reati rispetto all’anno scorso?
E quale è la tendenza in atto a Paderno Dugnano ?
Da qui
bisogna partire per cercare di capire il fenomeno e per costruire delle
risposte.
Il blog di
“Caraterra mia” ha giustamente e utilmente segnalato, a tutti, il tema della sicurezza a Paderno
Dugnano.
Nel farlo ha
ricordato un lavoro, promosso dalla giunta di centro sinistra, il “Rapporto sulla sicurezza urbana .Per una
sicurezza partecipata” del marzo 2008.
Perché è
importante ripartire da lì?
Non solo perché
era un lavoro ben fatto (e riconosciuto come buona prassi dall’Anci e dalla
Lega Autonomie) ma soprattutto per tre ragioni: faceva cultura della sicurezza,
partiva dai dati reali e avanzava una proposta di lavoro comune.
1. Il
Rapporto cercava di affrontare il
tema della sicurezza urbana con un metodo più scientifico possibile, sfuggendo
alle analisi superficiali che puntavano tutto sul concetto di paura. Per questo
si rifaceva alla prassi delle migliori politiche fatte dagli enti locali.
Italiani. Tutta la prima parte è appunto dedicata alla cultura della sicurezza,
alla percezione della sicurezza e a quale tipo di sicurezza si vuole perseguire.
Un lavoro culturale appunto.
2.
L’importanza del Rapporto stava nell’essere il punto di avvio di un lavoro che doveva proseguire
negli anni. Ma che aveva bisogno di un punto di partenza solido, basato sui
dati e sui fatti, che prima non c’era. Ecco perché nella parte seconda c’erano i dati statistici sui reati a
Paderno Dugnano dal 2004 al 2007 (pag.17).
Questo
avrebbe dato significato e senso ai successivi rapporti che però non furono mai
fatti. Per togliere il tema della sicurezza dall’agitazione politica della
paura e portarlo nella concretezza delle soluzioni bisogna conoscere i dati
reali e non quelli evocati dalla stampa,nazionale o locale che sia.
3. La
proposta di un “patto locale per la sicurezza partecipata”, fu avanzata nel
giugno 2008 condivisa e firmato da tutti i sette quartieri, dai parroci, dai
sindacati, dall’associazione dei commercianti e da una decina di associazioni
sociali e di volontariato. Nel patto c’era l’impegno alla costituzione di un “tavolo comunale per la sicurezza urbana” in
rapporto di collaborazione proficua con le forze dell’ordine.
Ma adesso:
“dov’è l’attenzione di tanta parte del centro destra, anche locale, che per
anni ha cavalcato questo tema solo per agitare la paura?
Quali
iniziative sono state messe in campo in questi anni? Nessuna.
Non solo ma
oggi non sappiamo, con ragionevole esattezza, se il fenomeno, da noi, è in
aumento o in diminuzione.
Perché non
si è continuato a fare un Rapporto statistico sulla sicurezza urbana, come
quello iniziato nel marzo 2008?
Rapporto che aveva tra gli allegati una tabella statistica sulle
tipologie, sulla frequenza e
sull’evoluzione dei reati.
Forse un
rapporto annuale dal 2008 ad oggi avrebbe permesso a tutti gli operatori della sicurezza e a tutti i cittadini
di capire l’evolversi del fenomeno e a cercare le contromisure appropriate.
Invece non si è fatto nulla”.
Il tema
della sicurezza deve uscire dall’agitazione politica della paura e diventare
consapevolezza diffusa e condivisa dei cittadini e delle forze dell’ordine.
Solo insieme
si possono trovare soluzioni efficaci.
Cosa si può
fare ora?
Innanzitutto
ripartire da dati certi; secondo coinvolgere tutti i cittadini nella gestione
della sicurezza urbana (per questo si può chiamare partecipata) e poi
verificare se le cose fatte hanno funzionato oppure bisogna cambiare strategia.
Di certo
sappiamo che sono in campo anche altri reati: dalla criminalità organizzata
(mafie) alla bomba alla Polizia locale, al processo Eureco, ai nuovi reati di
stalking e ai tanti casi di reati contro le donne. Fatti che non dimentichiamo.
Anche per
questo quel Rapporto va aggiornato perché i reati, come la criminalità, non
stanno fermi.
Come non
dimentichiamo le nuove normative anticorruzione e per la trasparenza che
possono aiutare ad affermare una cultura della legalità in
Amministrazione,nelle scuole e nella Città intera.
Però oggi,
per agire, dobbiamo ripartire da
noi.
Innanzitutto
bisogna che siano diffusi i dati del 2008-2009-2010-2011 e 2012.
Così ognuno
si può fare una sua opinione.
Inoltre si
possono valutare le migliori pratiche di questi ultimi anni di alcuni comuni
italiani che si sono distinti nel contrasto alla insicurezza urbana.
Infine si
possono prendere nuove iniziative per rispondere alle esigenze
di sicurezza che vengono oggi disattese.
Per questo
le numerose sollecitazioni devono
portare anche alla richiesta di un Consiglio Comunale
aperto (non liturgico) dove questi temi vengano concretamente trattati e non
restino nascosti o sottaciuti in un silenzio che non aiuta né i cittadini né le
forze dell’ordine.
Credo che il
Vostro appello non resterà inascoltato.
Ringraziamo Gianfranco Massetti per l’importante contributo.
Non serve agitare la paura, promettendo
fantomatiche “ronde”, che poi si rivelano solo uno spot elettorale.
Occorre conoscere come cambiano e in che misura i reati.
Bisogna che il rapporto sulla sicurezza urbana, bloccato
dall’amministrazione del centro destra padernese, sia esteso anche per gli anni
successivi al 2007.
Non demagogia, ma dati certi e iniziative efficaci
per la sicurezza dei cittadini
A presto
Comitato CARA TERRA MIA
Condomini 167 Trasformazione del Diritto di Superficiereati
A proposito di reati. Concussione e prostituzione minorile, sei anni mi sembrano pochi. E pensare che ancora qualcuno crede alla congiura. Povera Italia.
RispondiEliminaFrancesco
A proposito di reati. Concussione e prostituzione minorile, sei anni mi sembrano pochi. E pensare che ancora qualcuno crede alla congiura. Povera Italia.
RispondiEliminaFrancesco