Una scuola e un parco salvati dai cittadini con una raccolta
di firme, le cui ragioni hanno fatto cambiare idea alla giunta di Paderno
Dugnano che ha eliminato dal PGT il POLO SCOLASTICO di Calderara. A nulla sono
valse le dichiarazioni del Sindaco riportate su alcuni giornali, in cui sostiene
che i cittadini non sono pronti ad una scuola nuova o non sanno pensare al
futuro dei loro figli.
Dichiarazioni che esprimono nei contenuti pochezza e
incapacità di comunicare, oltre che a essere di offesa ai cittadini.
Noi pensiamo che tali dichiarazioni non meritino ne commenti
ne risposte, i cittadini hanno dimostrato ed espresso il loro parere con una
firma. E quanto vale una firma, pensiamo tantissimo, dichiarare un proprio parere, sostenere una battaglia,
rivendicare i propri diritti, una firma per dire con chiarezza e senza equivoci
cosa vogliono e questo insieme ad altri cittadini con altre firme, fino ad
esprimere un’opinione collettiva. Partecipare in modo collettivo alle scelte di
carattere sociale e sui temi che riguardano la collettività, la casa come un
diritto primario, il risparmio energetico, la difesa del territorio e
dell’ambiente, la scuola, il lavoro, l’integrazione sociale, la sicurezza, ecc.
Le firme veramente potevano essere molte di più di quelle
raccolte, Cara Terra Mia ha aderito alla campagna di raccolta delle firme privilegiando la raccolta porta a porta raccogliendo
consensi e riscontrando da parte dei
cittadini grande conoscenza del problema.
Cosa non è piaciuto ai cittadini, quando per più volte il
sindaco e compagnia al seguito, hanno presentato la proposta del polo scolastico
unitario, operazione che è sembrata più una proposta immobiliare che
un progetto importante per il territorio, e che non hanno mai fatto riferimento
alla distruzione degli alberi nel parco che avrebbe ospitato la nuova scuola.
Rimane la scuola con l'attuale spazio verde e alberi che sono stati piantati in diverse ricorrenze e che rappresentano tante storie importanti e di cui riportiamo alcune testimonianze raccolte.
La prima
estate, mentre tutti erano in vacanza, sono sopravvissute grazie a due bidelle
, Pinuccia e Graziella, ora in pensione. Le hanno bagnate con secchi d’acqua, uno
alla volta, attraversando tutto il campo,
avanti e indietro, sotto il sole.
A Natale e a fine maggio,
si organizzano delle feste per raccogliere fondi. I genitori preparano
gli addobbi, cuociono salamelle alla griglia, animano laboratori creativi; le
maestre fanno cantare, suonare e ballare
i bambini di tutta la scuola contemporaneamente.
La gente si ferma a
chiacchierare fino al pomeriggio.
Non è semplice organizzare tutto, ma le feste riescono
bene.
Con i
soldi raccolti a Natale si finanziano progetti di solidarieta’ e beneficenza.
Con il ricavato della festa di maggio, i genitori di Calderara, anno
dopo anno, hanno realizzato l’aula video, la biblioteca, due laboratori
di informatica l’aula di musica e tutte
le attrezzature necessarie.
Feste a parte , tutti i bambini di questo paese trascorrono qui 8 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana, per 9 mesi all’anno, per 5 anni . Come potrebbero starci tutto questo tempo senza questo spazio? E infatti chiedono tutti giorni: - ci porti in giardino? Dopo usciamo? Ci porti fuori? .
E’ un ritornello. E hanno ragione.
Gli alberi sono le colonne del cielo,
se cadono loro, ci cadrebbe addosso un pezzo di cielo.
se cadono loro, ci cadrebbe addosso un pezzo di cielo.
E questo è il parco che secondo Alparone
e Bogani doveva ospitare la scuola elementare, ci viene il dubbio che forse non lo abbiamo mai visitato e quindi anche gli alberi presenti. perché pensiamo da ingenui che non sarebbero mai arrivati a
proporre il Polo scolastico così come descritto nel PGT. Cosi come lo vedete in queste immagini
scattate 15 giorni fa il parco rimarrà tale e gli alberi potranno continuare a dare ossigeno e freschezza a tutti.
Il rispetto e l’impegno dei cittadini non
nasce solo da un generico e “romantico” attaccamento agli alberi, ma sempre più
si intreccia con altre attenzioni legate
nella convinzione che sia necessaria una nuova equità socio ambientale,
in cui la difesa della salute passi anche attraverso la difesa del verde.
L’albero delle matite.
C’e l’albero del pane, l’albero delle
banane, c’e’ la pianta del caffe’ e quella della gomma, c’e’
quasi tutto, insomma, ma non c’e’ - udite udite! – l’albero
delle matite.
Sarebbe stato bello adesso che vien
primavera vederlo mettere i fiori, su ogni rametto un pastello
di differenti colori.
Ognuno avrebbe potuto, seminando un
mozzicone, allevarsi l’alberello in un vaso sul balcone. l’albero
cartolaio: una festa per il salvadanaio…
E poi, giacche’ c’era, la natura
poteva fare anche la pianta delle penne a sfera. invece ha fatto
quella del tabacco, che fa spendere un sacco di quattrini, fa tossire
e fa tanti altri danni da non dire.
Gianni Rodari
Difendiamo gli alberi dei nostri quartieri.