Con la determinazione n. 737 del 29 ottobre 2015
relativa all’approvazione della convenzione per la trasformazione del diritto
di superficie in diritto di proprietà condominio di via C. Riboldi n. 117
(EDILMONARI S.P.A.) si continuano a ripercorre vecchi schemi.
In particolare, l’impianto della trasformazione del
diritto di superficie in diritto di proprietà, continua a basarsi sulla
contestata deliberazione n. 17 del 07 aprile 2014 (quella votata in barba al
Regolamento del Consiglio Comunale da consiglieri in conflitto di interessi), i
cui contenuti sono stati ripetutamente bocciati da vari pronunciamenti della
Corte dei Conti.
Prima la Corte
dei conti - Sezione regionale di controllo per la Lombardia in data 15 aprile 2014 (n. 170/2014/PAR) si era
pronunciata a seguito della
richiesta, nota prot. n. 17819 del 4 aprile 2014 proprio del Comune di Paderno
Dugnano invalidando, di fatto, la delibera padernese e chiarendo che:
“Alla luce dell’evoluzione del
quadro normativo sopra descritto si deve ritenere che il comune, a far data
dall’entrata in vigore della legge di stabilità per il 2014, possa determinare
il corrispettivo in parola sulla base dei nuovi criteri di calcolo con la
conseguente facoltà di abbattere fino al
50 per cento l’importo corrispondente al valore venale del bene già ridotto del
60 per cento.”
Quando l’amministrazione padernese operava solo una
strana riduzione, si del 50%, ma che andava a sostituire la sacrosanta
riduzione del 25%, prevista dai criteri di calcolo dell’indennità̀ di
espropriazione, ovvero dall’all’art. 37, commi 1 e 2, del d.p.r. 8 giugno 2001,
n. 327 (modificati dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244), che le
Sezioni riunite della Corte dei conti
con la deliberazione 22/CONTR/11 del 14 aprile 2011, avevano già ritenuto
doveroso operarsi.
Da notare il tempismo nell’invio delle nuove proposte
per la trasformazione del diritto di superficie:
In data
coincidente con il pronunciamento della Corte dei Conti. Buon senso
avrebbe voluto il ritiro della deliberazione e, ovviamente, delle lettere.
Ebbene niente
di tutto questo è successo
Poi la Corte
dei Conti Sezione delle autonomie con la deliberazione n. 10/SEZAUT/2015/QMIG
del 9 marzo 2015 è di nuovo intervenuta
sulla questione, in modo ancora una volta difforme dalla volontà degli
amministratori padernesi, e innescando lavori parlamentari finalizzati ad una chiarificazione
della norma in senso agevolativo per i cittadini,
Di fronte a questo quadro di incertezze, buon senso avrebbe
voluto un fare un passo indietro, una pausa di riflessione, non fare cassa a
tutti i costi.
Invece avanti tutta:
Si riporta che il corrispettivo è calcolato in
conformità ai criteri di cui all’art. 31, comma 48 della legge n. 448 del 1998:
Sarà vero? Visto i
pareri di segno opposto di ben due sezioni della Corte dei Conti.
Tutto ciò, per poter incassare 21.953 euro da n. 4
(quattro) famiglie di via Riboldi n. 117, che hanno pagato dopo che le proposte di trasformazione sono state, di
fatto, bocciate dalla Corte dei Conti.
Possiamo ragionevolmente ritenere che anche altre famiglie
padernesi possano trovarsi nella medesima situazione.
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