L’ISTAT
(L'Istituto nazionale di statistica è un ente di ricerca pubblico presente nel
Paese dal 1926), nel primo trimestre 2016, sulla base delle stime preliminari, rileva
che l'indice dei prezzi delle abitazioni
(IPAB) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è diminuito dello 0,4% rispetto al
trimestre precedente e dell’1,2% nei
confronti dello stesso periodo del 2015.
Il ridimensionamento del calo dei prezzi si è
manifestato in presenza di un aumento molto marcato dei volumi di compravendita
per il settore residenziale; secondo i dati rilasciati dall’Osservatorio del
Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle entrate, infatti, nel primo trimestre
2016 il numero di unità immobiliari scambiate è aumentato del 20,6% rispetto
allo stesso trimestre del 2015 (dopo il +9,4% registrato nel trimestre
precedente).
Analizzando i dati su un periodo più lungo, si osserva
come siano state prevalentemente le abitazioni esistenti a contribuire prima al
picco negativo del primo trimestre 2013 (-6,0%), con il -8,1% registrato in
quello stesso trimestre, poi alla progressiva riduzione di ampiezza della
flessione tendenziale dell’IPAB. Poiché, però, è dalla fine del 2011 che i prezzi delle abitazioni esistenti
registrano variazioni negative, nel primo trimestre del 2016 rispetto alla media del 2010
sono calati del 20,0%, mentre quelli delle abitazioni nuove del
2,3%.
A differenza di quanto considerato dalle stime, le
abitazioni 167 di Paderno Dugnano non sono nuove, ed oltre che da considerarsi
economiche e popolari, vantano una vetustà ormai pluridecennale. Secondo
l’ISTAT (e secondo Cara Terra Mia) si intendono per “abitazioni nuove”
unicamente quelle “di nuova costruzione o
esistenti ristrutturate e vendute dalle imprese operanti nell’edilizia”.
Il comunicato, oltre alle stime
preliminari per il primo trimestre del 2016, fornisce quelle definitive
relative al quarto trimestre 2015. Le stime preliminari e definitive relative
al quarto trimestre 2015 sono riepilogate nel seguente prospetto.
Gli indici hanno la massima
attendibilità in quanto elaborati sulla base dei dati degli atti notarili di
compravendita immobiliare di cui è titolare l’Agenzia delle entrate.
I dettagli della pubblicazione alla pagina:
http://www.istat.it/it/archivio/188652
Possiamo tranquillamente continuare
ad affermare che il valore della abitazioni esistenti ha subito una flessione
rispetto all’anno 2010 di circa il 20%.
Per la trasformazione del
diritto di superficie in diritto di proprietà a Paderno Dugnano, il
corrispettivo medio riscosso per unità abitativa per l’anno 2010 è stato di circa 3.200 euro.
Stranamente invece che
diminuire si pensi che per il corrispettivo medio riscosso per le proposte
formalizzate nel 2011 è stato di 7.800
euro, e poi ancora per le proposte formalizzate nel 2012 è stato di 8.300 euro.
Ora, A seguito
della deliberazione n. 10 del 21 marzo 2016, ad oggetto: “Adeguamento modalità di determinazione dei corrispettivi per la
cessione in proprietà delle aree già concesse in diritto di superficie – art.
31 Legge 23/12/1998 n. 448.”, approvata con i soli voti di maggioranza,
sono stati rideterminati (leggasi aumentati) i corrispettivi per la
trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà di “alcuni”
ambiti ex lege 167/1962 di Paderno
Dugnano, con un incremento che varia tra il 75% e il 125%.
Per
semplicità, considerando un aumento medio del 100%, rispetto agli importi
previsti tra il 2014 (imminenza delle elezioni) e il 21 marzo 2016, la
disparità di trattamento si potrebbe cosi configurare: continuano a rimanere
mediamente circa 3.200
euro (senza aumenti) per le
proposte formalizzate fine al 2010, mentre per gli altri cittadini gli
importi medi, in linea di massima, vanno da 8.000 euro a 11.000 euro, con punte ben oltre i 15.000
euro.
E’ di tutta evidenza che i
conti non tornano. È fin troppo semplice vedere che togliendo un 20% (diminuzione del valore delle abitazioni esistenti) dagli
importi medi formalizzati nel 2010 (anno di riferimento ISTAT e di invio
proposte solo ad alcuni) di 3.200 euro si arriverebbe oggi ad una definizione con circa 2.500
euro, un quarto rispetto alle attuali richieste.
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