sabato 10 ottobre 2015

52° anniversario della tragedia del Vajont




Il 9 ottobre 2015 è l’anniversario della tragedia del Vajont. Cinquantadue anni fa il 9 ottobre 1963 una immensa frana si staccò dal Monte Toc, al confine tra Veneto e Friuli, precipitando nell’invaso della diga di Longarone e sollevando una massa d’acqua che nella notte spazzò via gran parte dei paesi di Longarone, Codissago, Erto e altre frazioni, uccidendo duemila persone

Il Vajont è sempre scomodo, perché ha scoperchiato ferite mai sanate. Bastano le 1910 vittime per ricordare che fu la più grande tragedia europea dopo la seconda guerra mondiale fino alla catastrofe di Cernobyl, che però non è mai entrato nella coscienza etica e civile degli italiani. Anzi, ne è stato sempre e continuamente rimosso. Il Vajont però può parlare ancora e ridestare la memoria. Anche attraverso le carte del processo, arrivate «temporaneamente» nell’Archivio di Stato di Belluno dopo il terremoto dell’Aquila dell’aprile 2009, dove si trovavano e furono sepolte dalle macerie del sisma che distrussero anche il locale Archivio di Stato. Quasi una forma di risarcimento morale al territorio che aveva conosciuto la tragedia. Eppure quelle carte - ben più di 150.000 - non hanno requie, perché rischiano ancora una volta di non sapere che fine faranno. Sì, perché sta avanzando un’ipotesi pericolosa, di possibile chiusura dell’Archivio di Stato di Belluno.

Fonte (ed altri particolari):







A presto Cara Terra Mia

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