lunedì 6 gennaio 2014

2. Epidemiologia & Prevenzione: Il progetto EpiAir2



L’impatto sulla salute dell’inquinamento dell’aria


Poniamo in risalto un altro interessante (e preoccupante) articolo apparso sul numero 4-5 di Epidemiologia & Prevenzione relativo all’aggiornamento del Progetto EpiAir (Inquinamento atmosferico e salute: sorveglianza epidemiologica e interventi di prevenzione) sui rischi per la salute dell’inquinamento atmosferico, di cui abbiamo già parlato, e di cui pubblichiamo le conclusioni.



In questo progetto sono state effettuate per la prima volta nell’ambito del sistema di sorveglianza EpiAir stime quantitative dell’impatto a breve termine di PM10 e PM2.5 sulla salute.
L’impatto è stato basato su stime di effetto ottenute sulla popolazione residente nelle città coinvolte, e non tratte dalla letteratura scientifica, ed è stato presentato in termini di eventi che si sarebbero potuti evitare se il livello medio annuale degli inquinanti fosse stato pari a una soglia di concentrazione prefissata.
I livelli di inquinamento osservati nel periodo in studio sono stati responsabili di un numero importante di decessi nelle 23 città analizzate. Considerando la popolazione con
più di 35 anni di età, è stato stimato un numero complessivo di 839 decessi attribuibili ogni anno a livelli medi annuali di PM10 superiori a 20 μg/m3 (lo 0,9% della mortalità per cause naturali, assumendo indipendenza tra città l’intervallo di credibilità all’80% è 0,4-1,4%).
Poche tra le città analizzate superavano nel periodo considerato il limite di 40 μg/m3 per la concentrazione media annuale di PM10 (Milano, Padova, Torino, Modena e Venezia-Mestre). In totale, si sarebbero potuti evitare 98 decessi se tale limite fosse stato rispettato.
L’impatto é stato più evidente nelle città della Pianura Padana, nella Piana fiorentina e nelle grandi realtà metropolitane di Roma, Napoli e Palermo, dove la percentuale di decessi attribuibili è stata mediamente dell’1%, contro lo 0,4% nelle altre città analizzate. Questi stessi centri sono quelli dove è stato superato il limite dei 35 giorni all’anno con livello di PM10 maggiore di 50 μg/m3.
L’analisi sul PM2.5 ha confermato questi risultati (i decessi attribuibili assommano allo 0,8% della mortalità naturale; ICr80% 0,2-1,3) e indica coerentemente che le città della Pianura
Padana sono quelle interessate da un impatto più forte.

E’ interessante osservare che riducendo le concentrazioni del 20%, fino ad arrivare a 20 μg/m3 per il PM10 e a 18 μg/m3 per il PM2.5, si sarebbe ottenuto un risparmio rispettivamente del 42% e del 51% dei decessi attribuibili. Questo indica che politiche di contenimento volte alla diminuzione percentuale delle concentrazioni annuali di polveri possono ridurre in modo importante l’impatto dell’inquinamento sulla salute.


Informazioni tratte da: E&P anno 37 (4-5) luglio-ottobre 2013 “Impatto a breve termine dell’inquinamento dell’aria nelle città coperte dalla sorveglianza epidemiologica EpiAir2”, articolo di Michela Baccini e Annibale Biggeri, interamente pubblicato sul sito www.epiprev.it.

Di inquinamento si muore, e di fronte a questi dati non si dovrebbero avere dubbi su come realizzare un’opera dalle pesanti conseguenze sul territorio, come la Rho - Monza “riqualificata”, e su come ridurre l’impatto già esistente della Milano – Meda.


L'unica soluzione possibile
























Interramento e filtraggio dell’aria, non è questione di costi,
è questione di salute



















A presto Cara Terra Mia

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