Il 5 febbraio 2014 il
SOLE 24 ORE ha pubblicato l’articolo:
“Un anno e mezzo
senza se e senza ma” di Lello Naso
Se un marziano atterrasse oggi a
Milano dalle parti di Rho-Pero, ma dopo aver sorvolato la città, si
accorgerebbe a prima vista della doppia realtà dell'Expo.
A Rho-Pero,
nel quartiere espositivo, l'attività procede spedita. Il cantiere va. I
giovanissimi professionisti della squadra del commissario unico Giuseppe Sala
sono in timing, seppure con fatica, con il cronoprogramma per arrivare
all'appuntamento del 2015 senza sbavature.
A fine febbraio saranno conclusi
gli ultimi contratti di affidamento dei Padiglioni alle imprese - dopo il
record di adesioni dei Paesi - e saranno stipulati gli accordi di partnership e
fornitura. Inoltre saranno imbastite le gare d'appalto per 1,2 miliardi di euro
per il sito espositivo.
In città il marziano comincerebbe ad avere i primi dubbi.
Il completamento delle strade di accesso al quartiere fieristico è ancora a
rischio: la Rho-Monza, via strategica per chi arriva da Nord e
Nord-Est, è appesa ancora ai comitati Nimby che la osteggiano. Il
rischio è un cambio di progetto in corsa con l'allungamento dei tempi. Lo
"stralcio-Gamma", il collegamento tra il parcheggio di Cascina
Merlata, ottomila posti auto, e la A4, snodo fondamentale per convogliare i
visitatori, ha ottenuto da poco lo sblocco del Consiglio di Stato dopo la
sospensiva del Tar. Si attende con trepidazione il giudizio di merito e si
spera che non ci siano sorprese. Sarebbe un grave danno.
Il marziano, per carità di
patria, sorvolerebbe su tutte le opere promesse e non mantenute, ultima delle
quali la linea 4 della metropolitana che non sarà neppure iniziata. Si
consolerebbe con il fatto che non sono essenziali all'Expo ma sarebbe
preoccupato da un eventuale contagio. Se il clima generale fosse quello del non
fare sarebbe un problema. All'Expo serve un anno e mezzo di pensieri in grande,
un avvicinamento all'evento che coinvolga la città e il Paese.
Nessuno può
permettersi il rischio di una manifestazione in tono minore, tantomeno di un
fallimento.
Il
giornalista banalizza l'indignazione dei cittadini per un'opera sbagliata per come concepita, con il termine NIMBY (acronimo per Not In My
Back Yard, in italiano "Non nel mio cortile"), che vuole indicare
un atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interesse
pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in
cui verranno costruite, come ad esempio grandi vie di comunicazione.
La
risposta dei cittadini che non vogliono morire avvelenati per dall’inquinamento
e dall’ottusità di certa classe dirigente è affidata a Carola Colnago,
consigliere comunale di Paderno Dugnano del Partito Democratico.
Mi chiamo Carola Colnago. Sono
un consigliere comunale nel Comune di Paderno Dugnano ma, prima di tutto, sono
una cittadina dello stesso Comune.
Ho letto con rammarico il Suo
articolo “Un anno e mezzo senza se e senza ma” pubblicato il 5 febbraio 2014
sul Sole 24 Ore.
Leggendolo si comprende
benissimo che Lei non ha mai incontrato nessuno dei componenti il Comitato per
l’interramento della Rho Monza, non ha mai parlato con loro, non ha mai
partecipato a loro incontri o manifestazioni.
Il Comitato ma soprattutto
tutti gli altri cittadini che lo sostengono è formato da mamme, papà, giovani,
nonni, bambini che lottano per la loro salute e per quella delle generazioni
future. Poi, è vero, a sostegno del Comitato ci sono anche persone che hanno
una loro storia politica e varie forze politiche. E la richiesta di interrare
la Rho-Monza è la volontà unanime dell’Amministrazione Comunale e delle forze
di opposizione.
Non si chiede di non fare
questa strada, ma di riqualificarla tenendo conto del grave impatto sul
territorio. Si chiede di rivedere quel progetto scellerato che
nel tratto di affiancamento tra Milano-Meda e Rho-Monza arriverebbe addirittura
a prevedere 14 corsie a cielo aperto. Il Comitato chiede da più di cinque anni
che questa strada venga interrata. Punto.
Nel Comitato poi ci sono anche
ingegneri ed architetti che hanno più competenze in materia di me e, non si
offenda, credo anche di Lei. Questi signori hanno studiato e lavorato
intensamente e hanno elaborato in varie stesure un progetto alternativo in
collaborazione con gli uffici tecnici di cinque comuni (Paderno Dugnano,
Cormano, Bollate, Baranzate e Novate Milanese). Un progetto concreto che
dimostra che l’interramento è possibile e fattibile. E non lo dicono da oggi.
Stiamo lottando almeno dal 2009.
Questo non significa essere egoisti o, come dice lei, “NIMBY”,
ma persone serie che amministrano il territorio con saggezza e chiedono alle
Autorità competenti di fare le cose per bene.
Distinti saluti,
Carola
Colnago
Questo è quanto
vogliono fare Serravalle, Podesta, Maroni e Lupi nel centro di Paderno: un'asse
autostradale di 25mt a fianco dell'attuale Milano-Meda e con questa galleria
fonica ....
Passeranno 220.000
veicoli giorno !!!!!
>>> UN MOSTRO <<<
Non ci hanno ancora
detto qual’è l'inquinamento attuale dell'aria e quello che avremo a opera
finita nel tratto di Paderno abitato da 6.000 persone. Non abbiamo ancora
perso... la battaglia.
Avanti a tutta birra con la raccolta fondi per fare il
ricorso.
La nostra proposta di buonsenso prevarrà su questa malsana
bruttura.
A presto Cara Terra Mia
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