lunedì 17 febbraio 2014

Inquinamento visivo


La Vista Offesa




Nel caso che sciaguratamente il mostro della Rho-Monza a cielo a aperto dovesse essere realizzato, ci troveremo di fronte al peggioramento diverse forme di inquinamento.

E’ di tutta evidenza l’inquinamento atmosferico derivante da un preventivato maggior flusso di traffico, che passerebbe dagli attuali 80.000 veicoli a 220.000 passaggi giornalieri.

Il consumo di suolo con 14 corsie a cielo affiancate in un ambito urbano fortemente antropizzato solo un cieco potrebbe non vederlo.
Ma tra varie forme di inquinamento c’è anche l’inquinamento visivo, che nelle ore notturne si aggraverebbe con un forte inquinamento luminoso.

Alla pagina:


troviamo la presentazione di un interessante volume “La vista offesa. Inquinamento visivo e qualità della vita in Italia” di Paolo Rognini, Franco Angeli Edizioni.

Esistono molte forme di inquinamento ma paradossalmente una tra le più invisibili è proprio quella dell'inquinamento visivo. Invisibile perché ormai siamo inesorabilmente avvolti dal brutto tanto dall'averlo interiorizzato.
Paesaggi di inestimabile valore storico e culturale "sfregiati" da elettrodotti o da megastrutture industriali; coste "stuprate" dalla cementificazione e dall'abusivismo edilizio; città meravigliose e borghi medioevali "ammalati" di alluminio anodizzato, soffocati dal parcheggio assurdo di auto e moto. E purtroppo anche il territorio italiano, che più di ogni altro dovrebbe essere protetto e rispettato per il suo ricco patrimonio storico-artistico e per la sua bellezza, non è sfuggito alla mannaia dell'urbanizzazione selvaggia, dell'industrializzazione frettolosa, della "quantità" a tutti i costi.
Grazie al contributo di esperti del settore, in questo libro si tenta di mettere a fuoco il fenomeno dell'inquinamento visivo, di analizzarlo nelle sue caratteristiche intrinseche e di valutarne gli aspetti culturali e le sue ricadute sulla qualità della vita umana. Perché tale problema si può risolvere solo partendo dalla comprensione della realtà che ci circonda, riconquistando una consapevolezza da tempo perduta e cominciando a vedere il saccheggio ottuso e prepotente del Bello da parte del Brutto.

Che Paderno Dugnano non sia Capri, per riprendere il pensiero di chi vuol costruire l’opera a cielo aperto, ne siamo convinti, che non possediamo un patrimonio storico-artistico di rilievo ce ne rendiamo conto.



Ma ciò non toglie, che gli interventi nel territorio dovrebbero essere indirizzati al Bello, almeno nelle intenzioni, e non come nel caso “riqualificazione” della Rho-Monza al Brutto senza se e senza ma.

Tra le osservazioni presentate dai cittadini, pubblicate sul sito istituzionale del “Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare” alla pagina:



è possibile trovare immagini di quello che potrebbe rappresentare l’impatto visivo della Rho-Monza a cielo aperto.





Se anche la strada non dovesse comportare altre forme di inquinamento (che comunque ci sono), non è possibile pensare che qualcuno non accorga del Brutto oltre ogni limite che calerebbe sulla Città, una vera e propria offesa per la vista dei cittadini.


A presto Cara Terra Mia

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