Nel caso che sciaguratamente il mostro della
Rho-Monza a cielo a aperto dovesse essere realizzato, ci troveremo di fronte al
peggioramento diverse forme di inquinamento.
E’ di tutta evidenza l’inquinamento atmosferico
derivante da un preventivato maggior flusso di traffico, che passerebbe dagli
attuali 80.000 veicoli a 220.000 passaggi giornalieri.
Il consumo di suolo con 14 corsie a cielo
affiancate in un ambito urbano fortemente antropizzato solo un cieco potrebbe non
vederlo.
Ma tra varie forme di inquinamento c’è anche
l’inquinamento visivo, che nelle ore notturne si aggraverebbe con un forte
inquinamento luminoso.
Alla pagina:
troviamo la presentazione di un interessante
volume “La vista offesa. Inquinamento visivo e qualità della vita in Italia” di
Paolo Rognini, Franco Angeli Edizioni.
Esistono molte forme di inquinamento ma paradossalmente una tra le più invisibili
è proprio quella dell'inquinamento visivo. Invisibile perché ormai siamo
inesorabilmente avvolti dal brutto tanto dall'averlo interiorizzato.
Paesaggi di inestimabile valore storico e culturale "sfregiati"
da elettrodotti o da megastrutture industriali; coste "stuprate"
dalla cementificazione e dall'abusivismo edilizio; città meravigliose e borghi
medioevali "ammalati" di alluminio anodizzato, soffocati dal
parcheggio assurdo di auto e moto. E purtroppo anche il territorio italiano,
che più di ogni altro dovrebbe essere protetto e rispettato per il suo ricco
patrimonio storico-artistico e per la sua bellezza, non è sfuggito alla mannaia
dell'urbanizzazione selvaggia, dell'industrializzazione frettolosa, della
"quantità" a tutti i costi.
Grazie al contributo di esperti
del settore, in questo libro si tenta di mettere a fuoco il fenomeno
dell'inquinamento visivo, di analizzarlo nelle sue caratteristiche intrinseche
e di valutarne gli aspetti culturali e le sue ricadute sulla qualità della vita
umana. Perché tale problema si può risolvere solo partendo dalla comprensione
della realtà che ci circonda, riconquistando una consapevolezza da tempo
perduta e cominciando a vedere il saccheggio ottuso e prepotente del
Bello da parte del Brutto.
Che Paderno Dugnano non sia Capri, per
riprendere il pensiero di chi vuol costruire l’opera a cielo aperto, ne siamo
convinti, che non possediamo un patrimonio storico-artistico di rilievo ce ne
rendiamo conto.
Ma ciò non toglie, che gli interventi nel
territorio dovrebbero essere indirizzati al Bello, almeno nelle intenzioni, e
non come nel caso “riqualificazione” della Rho-Monza al Brutto senza se e senza
ma.
Tra le osservazioni presentate dai cittadini, pubblicate
sul sito istituzionale del “Ministero dell’Ambiente e della tutela del
territorio e del mare” alla pagina:
è possibile trovare immagini di quello che
potrebbe rappresentare l’impatto visivo della Rho-Monza a cielo aperto.
Se anche
la strada non dovesse comportare altre forme di inquinamento (che comunque ci
sono), non è possibile pensare che qualcuno non accorga del Brutto oltre ogni
limite che calerebbe sulla Città, una vera e propria offesa per la vista dei
cittadini.
A presto Cara Terra Mia
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