Indovinate di cosa si parla
in Consiglio Comunale a Paderno Dugnano Giovedi 27 Novembre
2014 - ore 19.30
Al punto 3.
Ordine del giorno di
condanna alla vile aggressione verificatasi a Bologna sabato 8 novembre
presentato dal Capogruppo Fabrizio Riboldi, del gruppo Lega Nord – Lega Lombarda.
PUBBLICHEREMO L'ESITO DELL'ASSURDA VICENDA, FAVOREVOLI E CONTRARI
SMENTITA DALLA
POLIZIA LA GOFFA MONTATURA DI SALVINI IN MERIto ALL’AGGRESSIONE DEI CENTRI
SOCIALI: SE L’È CERCATA APPOSTA
Che l’aggressione compiuta
ai danni di Salvini fosse un fatto annunciato era già stato sottolineato un paio di
giorni fa, ma adesso arriva la conferma della polizia: Salvini,
insieme al suo entourage, ha scientemente depistato gli 80 uomini messi a
disposizione dalla questura di Bologna che avrebbero dovuto tutelare
la sua incolumità e quella del suo staff.
Secondo l’ufficio scorte di Milano non appena appresa la notizia che il segretario del Carroccio intendeva recarsi a Bologna per fare visita al campo rom di via Erbosa si mise immediatamente in contatto con i colleghi del capoluogo emiliano al fine di attivare le normali procedure a tutela dell’ordine pubblico come prevede il protocollo per le “personalità” oggetto di interesse pubblico che devono comunicare alla Digos i propri spostamenti, i mezzi utilizzati allo scopo, i luoghi di sosta e quelli di soggiorno, cosa che del resto Salvini si era impegnato a fare.
Il tramite fra la Digos e lo staff di Salvini era la Lucia Bergonzoni, protagonista dello “schiaffeggiamento”avvenuto qualche giorno prima nello stesso campo rom di via Erbosa.
Ma così non è andata: attraverso una serie di scuse e pretesti per eludere le forze dell’ordine, Salvini ha fatto fermare la propria auto a circa un chilometro dal luogo di destinazione per improvvisare una conferenza stampa con i giornalisti, ma evidentemente il cambio di programma era a conoscenza degli attivisti bolognesi e da qui l’aggressione.
Tralasciando l’aspetto cronistico della vicenda (i giornali di oggi ne parlano abbondantemente e con dovizia di particolari) quello che sembra interessante è l’aspetto prettamente politico che Salvini voleva ottenere col suo gesto evidentemente provocatorio, ovvero aumentare il livello di tensione sociale in modo di ergersi paladino a difesa di una parte, ma bisogna anche tenere a mente la frase con la quale Salvini annunciò la propria visita al campo rom: “A questa gente che aggredisce e insulta i leghisti la sinistra emiliana (a spese di tutti gli italiani) offre gratis acqua, luce e gas! Altro che integrazione! Un voto alla Lega è un voto per chiudere e sgomberare tutti i campi”.
Già, “a spese di tutti gli italiani”e qui non si capisce bene come mai questo rigurgito di nazionalismo da parte di uno che da anni si batte per l’indipendenza della Padania da Roma ladrona, ma sorvolando su questo che bonariamente potremmo definire un “lapsus politico” (Salvini sta cercando di consolidare la sua autorevolezza a livello nazionale) più terra terra ci si domanda come mai questo interesse per le nostre tasche non si sia concretizzato anche in altro modo:
gli 80 agenti operativi che lo attendevano invano, i vari funzionari della Digos, la scorta depistata in autostrada, i mezzi di supporto per tutta l’operazione mica li ha pagati di tasca sua o con i soldi del partito, no, li abbiamo pagati noi e nonostante ciò il nostro tribuno leghista ha consapevolmente messo a rischi l’incolumità sua e di altre persone (ricordiamo che, seppure senza gravi conseguenze, la sua auto ha travolto alcuni manifestanti, ben altra cosa rispetto un vetro rotto).
In buona sostanza Salvini ha compiuto una maldestra manovra politica non solo prendendo in giro la Digos e le forze dell’ordine, ma soprattutto tutti gli italiani che inizialmente avevano pensato che il segretario del Carroccio fosse una vittima.
A PRESTO cara
terra mia
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