Riceviamo e volentieri
pubblichiamo da Lorena Tacco i comunicati di medicina Democratica e Ass. it.
Esposti Amianto (AIEA) in merito alla sentenza di cassazione sul processo
Eternit.
Riceviamo inoltre una
bellissima lettera che ha letto Silvana Zambonini al Convegno Ban Asbestos
tenutosi a Roma il giorno dopo vergognosa sentenza Eternit, che non ha tenuto
conto delle migliaia di esseri umani che si sono ammalati e deceduti che si
ammaleranno e moriranno per aver respirato le fibre di amianto emesse
nell’aria dalla famigerata fabbrica Eternit.
C’era
una volta il Diritto,
figlio
della Giustizia, la dea bendata che non voleva guardare chi aveva dinnanzi perché per lei dovevano essere tutti uguali .
Questo
figlio nel corso della sua lunga
vita era stato descritto da Hammurabi nel 18° secolo a. C.
come un giusto capace di infliggere una pena uguale al danno inflitto.
Pena che durante l’Esodo
nel 1200 -1400 a.C. venne da Mosè resa legge “Se segue una disgrazia allora pagherai vita per vita,
occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura
per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido” . Allo stesso modo i
romani si avvalsero della “lex talionis”
vestendo il Diritto con nuovi abiti sontuosi che piacquero ai germani scesi dalle terre del Nord tanto che anch’essi
vollero emanare un Edictum Theodorici.
Poi
del Diritto si persero le tracce durante i secoli bui del Medioevo, dell’Inquisizione, fino a quando “dalle Alpi
alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno” non scoccò quel fulmine capace di rischiarare ancora una volta l’importanza dell’eguaglianza
dei cittadini davanti alla legge .
Il Code Napoleon del 1807
sfolgorante veste civile, venne rivisitato in Savoia da Carlo Alberto
che nel 1836 aggiunse un primo ornamento civile e nel 1839 un altro orpello penale.
Il
Diritto era di nuovo visibile e lo fu ancor di più nel 1930 quando si ammantò del “Codice
Rocco” che aveva lo scopo di precisare la sanzione punitiva per chi commetteva un reato infliggendo non più l’Oculum pro oculo,;
dentem pro dente” ma una pena che avrebbe impedito al reo di delinquere in futuro.
Oggi
il Diritto sta per essere definitivamente denudato della
pena.
Una
interpretazione artificiosa
della “Prescrizione” su un
reato che produrrà in futuro altre
migliaia di morti di amianto non può che favorire l’uso
indiscriminato di reati contro la persona.
Se la
pena non è più necessaria potremo
dire che anche il Diritto sta morendo di mesotelioma pleurico.
Silvana Zambonini
19 novembre 2014 – Sentenza Eternit
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