Voci di condomini 167 che si sentono forzati ad una frettolosa
adesione si rincorrono da più parti in città.
Da ultimo segnaliamo le perplessità di un cittadino che si chiede cosa stia succedendo:
Un condomino di
Via …………………………… ha affisso un avviso per indire un incontro per il riscatto del
terreno.
Mi chiedo e vi
chiedo:
I valori
stabiliti dal Comune sono stati riconteggiati?
Il pagamento deve essere effettuato nella totalità prima di
presentare la numerosa documentazione?
Io in questo periodo non potrei permettermi di sostenere una
spesa cosi onerosa, è sempre possibile rimandare?
Ci sono forse novità al riguardo?
Scusatemi per il
disturbo ma sono rimasto stupito da questa iniziativa e, devo confessare, anche
un poco preoccupato.
Vi
ringrazio e, se vi è possibile, gradirei le Vs. precisazioni ed i Vs. consigli.
I valori inizialmente previsti
sono stati rideterminati a seguito della contestatissima deliberazione del
Consiglio comunale n. 17 del 7 aprile 2014 e della conseguente determinazione
n. 254 del 9 aprile 2014.
La riduzione effettuata è da
contestare principalmente
per due ordini di motivi.
Primo.
La maggioranza, con un voto
falsato dalla indispensabile presenza di consiglieri in conflitto d’interesse, e
senza rispettare il Regolamento del Consiglio, ha votato una percentuale di
abbattimento del valore venale da applicare nella procedura di determinazione
del corrispettivo per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di
proprietà del cinquanta per cento.
Sembrerebbe che
allora vada tutto bene.
Purtroppo la norma
è stata travisata, a danno dei cittadini.
Il comma 48 della legge del 23 dicembre 1998
n. 448 nella formulazione dal 1° gennaio 2014, prevede che:
“Il corrispettivo delle aree
cedute in proprietà è determinato dal comune, su parere del proprio ufficio
tecnico, in misura pari al 60 per cento
di quello determinato attraverso il valore venale del bene, con la facolta'
per il comune di abbattere tale valore
fino al 50 per cento, al netto degli oneri di concessione del diritto di
superficie, rivalutati sulla base della variazione, accertata dall'ISTAT …”.
Stiamo attenti, la riduzione effettiva non è del 50 per
cento, come consentito dalla norma e deliberato dal Consiglio comunale di
Paderno Dugnano.
Il problema è che,
inspiegabilmente e senza nessuna ragione giuridica, è stata eliminata nel calcolo del valore venale del terreno, la riduzione del 25 per cento espressamente prevista dal comma
89 dell’articolo 2 della legge del 24 dicembre 2007 n. 244.
Tale riduzione era
prevista nella prima formulazione delle stime e non c’è ragione perché non sia
ancora presente.
Il corrispettivo, se la riduzione è stata deliberata nel
50 per cento, deve risultare la metà della richiesta originaria.
Secondo.
Dall’anno 2011 il valore dell’abitazione, definito minimo
e fissato in 1.912 euro al metro quadrato è risultato
sbagliato, eccessivo e completamente fuori mercato. Sarebbe come dire che un
appartamento economico e popolare 167 di cento metri quadri (commerciali) non
si possa vendere a meno di 191.200 euro, box a parte.
Follia.
Basti pensare che
secondo le tabelle OMI dell’Agenzia
delle entrate, quindi per lo Stato italiano, nel primo semestre del 2014
(stime più recenti), il valore delle abitazioni di tipo economico in normale
stato conservativo della periferia di Paderno Dugnano parte da un minimo di 1.150 euro a metro quadrato
ad un massimo di 1.400 euro al metro quadrato.
Appare evidente che
il parametro di partenza, che determina il corrispettivo richiesto, non può
essere accettato.
Chiediamo il rispetto dei valori stabiliti da un organismo
pubblico come l’Agenzia delle entrate, peraltro
utilizzati dall’Amministrazione comunale per la stima degli immobili in
dismissione dal patrimonio pubblico, anche quando trattasi di immobili 167
(vedasi ad esempio Via Chopin n. 18).
All’assessore e Vicesindaco
Gianluca Bogani, dopo i “brillanti” risultati della Sua gestione, il sindaco
Alparone non ha riconfermato la delega sulla trasformazione del diritto di
superficie in diritto di proprietà.
Basterebbe questo elemento per
dissuadere dalla tentazione di riscatto basato sui corrispettivi proposti dall’Assessore
Bogani.
Non solo, tutte le forze di opposizione, a partire dal
Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Insieme per Cambiare, condividono le posizioni del
Comitato Cara Terra Mia, ma anche l’Assessore Tonello, a cui ora è
stata attribuita la delega sulla questione 167, ha mostrato evidenti segnali di
apertura.
In merito rimandiamo alla pagina:
dove abbiamo dato notizia dell’audizione
in Commissione Territorio.
Evento al momento unico, prima
rifiutato dall’Assessore Bogani (c’è stata una precisa richiesta in tal senso
il 1° aprile 2014).
L’impegno era di proseguire il
percorso con un secondo incontro entro la metà di novembre del 2014, ma non è al
momento risultato possibile causa l’impegno dell’Assessore Tonello sul fronte
Rho-Monza.
Il buon senso non consiglia di
correre a pagare oggi un importo, che anche se ridotto rispetto alle stime
precedenti, risulta caro e comunque con ampi margini di riduzione.
E’ certamente possibile rimandare.
L’unica vera scadenza è la fine della convenzione di 90
(novanta) anni, quando nessuno di noi è in grado di sapere cosa
può succedere.
Per intenderci con qualche
esempio sparso qua e là nel territorio (tralasciando giorno e mese visto che
mediamente mancano circa sessanta anni per tutti):
Via Messico n. 3 / Via Brasile n. 3 – 5 la scadenza
è nel 2074;
Via Baracca n. 1 la scadenza è nel 2070;
Via Agostino Novella n. 4 la scadenza è nel 2076;
Via Martin Luther King (Iniziativa Padernese) la
scadenza è nel 2080;
Via Carlo Alberto Dalla Chiesa n. 87 - 121 la
scadenza è nel 2075;
Via Fratelli Rosselli n. 20 la scadenza è nel 2073;
Via Gian Battista Vico n. 9 la scadenza è nel 2075.
Insomma chi ci corre dietro se non abbiamo necessità di
vendere?
Perché dovremmo accettare, oggi, di pagare importi che si
potrebbero facilmente ridurre domani?
Non ci sono novità, se intendiamo
in questi ultimi mesi.
Le scadenze che ci vengono
prospettate di volta in volta, sono fatte per essere seguite da altre scadenze.
Chi ha pagato di corsa e senza
riflettere troppo, si trova ad aver scucito, senza alcun motivo, alcune migliaia
di euro, che nessuno restituirà mai.
Impariamo dall’errore di qualche condomino 167 un po’ ingenuo (e che
spesso non è riuscito nemmeno a vendere l’abitazione).
E’ interesse dei condomini 167 di
Paderno Dugnano, discutere con l’Amministrazione comunale al fine di arrivare a
stime che producano corrispettivi condivisi, ne più ne meno di quanto
prospettato dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Stime che considerano le nostre case sempre “nuove” con valori non più attuali a
cavallo del 2010 e del 2011, non sono accettabili.
Ricordandoci che nessuna
amministrazione è eterna. Dopo l’attuale ne seguirà un’altra ed un’altra ancora.
Un vecchio proverbio, che i
condomini 167 fanno proprio, recita che “per pagare e morire c’è sempre tempo”,
una pillola di saggezza da non dimenticare.
N.B. Per approfondimenti in merito ai contenuti del documento informativo pubblicato Vi preghiamo di segnalarci i quesiti all'indirizzo di posta elettronica
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