lunedì 26 gennaio 2015

Manifestazione al monumento dei deportati al Parco NORD.

Legge n. 211 del 20 luglio 2000
Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.



Art. 1
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetti i perseguitati.



Art. 2

In occasione del "Giorno della memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.


La storia del Monumento nelle parole di Ettore Zilli, ex deportato nel  Konzentrationslager di Dachau:

Circa 25 anni fa con i partigiani Taccioli, Gori, Lidia Valenari (la staffetta partigiana che portò  l’ordine di insurrezioni alle fabbriche di Sesto), il dott. Giacomo Bertazzoni – tornando da un viaggio in cui avevamo accompagnato studenti nei campi - abbiamo discusso e proposto la costruzione di un monumento alla memoria dei deportati caduti nei campi di sterminio. La costruzione del monumento io l’ho proposta all’architetto Belgiojoso (partigiano, sopravvissuto ai campi di sterminio di Mauthausen e Gusen e che ha costruito la torre Velasca a Milano) che avevo conosciuto al congresso dell’ANED di Roma, con cui avevo fatto varie iniziative nelle scuole di Sesto e Milano e di cui ero diventato amico con cui ho passato molto tempo. La proposta fu accettata con entusiasmo da Belgiojoso che subito disegnò il progetto dell’opera, da realizzare con pietre portate a casa durante i nostri viaggi della cava della morte di Mauthausen. Tuttavia la realizzazione tardava: mancava il permesso e il luogo dove costruirlo.Attraverso la conoscenza personale di Maria Milanesi vedova Generali (un capoguardia della Breda morto a Gusen) che era stata governante in casa Turati, venni in possesso di un documento  del tribunale di Monza che aveva messo sotto processo molti antifascisti fra cui Filippo Turati, Sandro Pertini, la stessa Maria Milanesi insieme tanti altri. Sempre tramite Maria - che aveva mantenuto i rapporti con Pertini anche dopo che era diventato presidente della Repubblica  italiana - facemmo avere al Presidente questo documento, chiedendogli di intervenire a favore  della realizzazione del Monumento.  Cosa che Pertini fece e il monumento – questo monumento - divenne realtà.E ancora oggi siamo qui a ricordare che l’antifascismo non è un ricordo del passato, ma una  battaglia del presente e del futuro, che riguarda tutte le società che vogliono considerarsi civili.”.
















A presto Cara Terra Mia
Prossimamente tutte le foto della manifestazione su FB di Cara Terra Mia.

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